Autonomia statutaria rafforzata: la Cassazione amplia lo spazio di manovra degli azionisti
Come può lo statuto di una società per azioni incidere su aspetti non espressamente riservati dal Codice civile?
Lo ha spiegato bene Luca Pescatore in un articolo a firma di Il Sole 24 Ore, analizzando l’ordinanza n. 14268/2025 della Cassazione.
La Suprema Corte ha confermato la legittimità della clausola simul stabunt simul cadent anche per le società con sistema di amministrazione e controllo dualistico, chiarendo che:
- non viola norme imperative, purché applicata nel rispetto di buona fede e lealtà;
- non si configura come revoca, ma come meccanismo statutario di cessazione anticipata noto fin dall’accettazione dell’incarico;
- è lecita salvo abuso, come l’uso strumentale per escludere amministratori non graditi.
Più in generale, la pronuncia ribadisce che lo statuto può disciplinare ambiti non rigidamente riservati all’autonomia negoziale dal Codice, purché in coerenza con i principi generali dell’ordinamento.