SI INFIAMMA LA CROCIATA CONTRO LA MODA USA E GETTA

team valletta Laura Bussoli, Moda e Lusso, Nella stampa

Shein e Temu, colossi cinesi dell’e-commerce, dominano il settore del “fast fashion” in Europa grazie a prezzi estremamente bassi e vendite solo online. Queste piattaforme, classificate come VLOP (Very Large Online Platforms) con oltre 45 milioni di utenti attivi nell’UE, sono accusate di concorrenza sleale nei confronti dei brand della moda italiana ed europea.

In Italia, per esempio, la produzione è calata del 6,6% nel 2025 e governi e Antitrust europei (Italia, Germania, Francia, Svezia) hanno avviato indagini e multe, ma l’impatto economico resta ancora minimo.

Esiste un modo per le imprese di difendersi?

Laura Bussoli intervistata sul tema da Affari&Finanza sostiene che «innanzitutto è necessario, da parte delle imprese, creare forti portafogli IP, ovvero di proprietà intellettuale. Quindi continuare a registrare marchi, disegni e modelli, sia a livello comunitario che nei Paesi dai quali proviene questo fenomeno, quindi Cina e Hong Kong. Occorre valutare anche l'uso di tecnologie di autenticazione certe, come le etichette anticontraffazione o i QRcode, che siano parte integrante nel cosiddetto passaporto digitale, documento che dovrebbe viaggiare con i prodotti tessili per la loro certificazione certa».

Queste misure possono bastare?

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